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NovitàUn 2018 dai sonni tranquilli?

“Se pensate al maggiore dei rischi per il 2018, quale vi viene in mente?”

Banche centrali a parte, sono tre i fattori da tenere sotto osservazione per investire nell’anno che viene:

· le prospettive a medio termine dell’inflazione;
· le dinamiche locali di domanda ed offerta;
· le decisioni top-down per la selezione degli asset.

Al centro di tutto, ancora una volta, ci sono però i banchieri centrali, alla ricerca di un equilibrio tra stabilità dei prezzi e sostenibilità finanziaria. Dopo un 2017 positivo per quasi ogni comparto, l’ottica d’investimento si fa ora più selettiva, con preferenze che tenderanno a dar sempre più credito all’Investment Grade, a discapito del comparto High Yield.
Resta invece da chiedersi, da cosa derivi la stabilità presente e futura, se dalla politica monetaria o da quella fiscale.

Quadro USA: normalizzazione o un restringimento?
Per gli Stati Uniti e per il futuro Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, la prima sfida riguarderà la sottile soglia tra “normalizzazione” e “restringimento” della politica monetaria, che andrà ad impattare sulla tenuta economica della regione. A proposito, ci attendiamo per il 2018 un numero totale di rialzi dei tassi pari a due. A ciò si aggiungeranno gli effetti della riforma fiscale, che potrebbe ampliare il deficit fiscale e pesare sui livelli di debito, accrescendo però produttività ed investimenti totali.

Europa e il rischio di non confermare sé stessa
L’Europa è stata sovra-performer dei mercati sviluppati nel 2017. La Bce sta gradualmente limitando l’acquisto di titoli governativi, ma la fine del QE è ancora lontana infatti, il primo rialzo dei tassi si avrà non prima del 2019, anno della scadenza del mandato del Governatore, Mario Draghi. Tra i rischi più vicini, invece, il voto italiano della prossima primavera e le possibili elezioni anticipate in Gran Bretagna, nel caso in cui per l’attuale premier, Theresa May, fosse confermata l’assenza di maggioranza.

Qual è il modo più efficace di investire in tale scenario?
Se si perseguono obiettivi di stabilità del portafoglio e di rendimenti competitivi (a prescindere dalle differenti fasi del ciclo economico), l‘attenzione deve rivolgersi a soluzioni d’investimento flessibili, focalizzate sul mercato del credito globale e sulla diversificazione attiva delle fonti di rendimento. In tale ottica si inseriscono le linee di gestione patrimoniale di Azimut, un ottimo connubio ed equilibrio tra gestione della liquidità, gestione obbligazionaria e analisi della componente azionaria. L’approccio flessibile affronta le attuali sfide di mercato andando alla ricerca delle migliori opportunità a livello globale.

Se a me chiedono quale sia il “maggiore dei rischi per il 2018” rispondo “L’inflazione, un fattore che va monitorato attentamente e che va tenuto in considerazione all’interno di ogni strategia”; da esso nasce la scelta dell’asset allocation.

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